Tutte le fake news sul caso FCA
Dovremmo essere oramai vaccinati, se non per il covid-19 almeno contro le fake news, ma purtroppo non è così. Subito dopo il varo del Decreto Liquidità si è subito scatenata la corsa a dimostrare che gli aiuti finivano nelle mani sbagliate.
Nel caso specifico l'ipotetico scandalo era che la FCA (per intenderci la nostra Fiat) avrebbe ottenuto di avere ingenti finanziamenti pubblici nonostante abbia sede in un paradiso fiscale, ma cosa c'è di vero?
Per fortuna abbiamo ancora esponenti della politica come Luigi Marattin che oltre a essere una persona seria e dalle indubbie capacità è particolarmente preparato in campo economico. In un articolo pubblicato oggi (potete leggerlo qui), smonta punto per punto tutte le affermazioni farlocche su questa vicenda.
- Il Decreto Liquidità non fornisce finanziamenti pubblici, ma solo garanzie. FCA Italia, come ogni altra azienda che rispetti i requisiti riceve prestiti dal settore bancario (cioè privati), che vengono garantiti da SACE, la società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti.
- Le garanzie erogate da SACE secondo il Regolamento contabile europeo SEC 2010, non sono inserite nel calcolo del deficit Italiano.
- FCA Italia ha richiesto un prestito triennale al fine di garantire la regolarità dei pagamenti alla filiera italiana dei fornitori dell’automotive, nel delicato momento della riapertura degli stabilimenti. Parliamo di circa 10.000 piccole e medie imprese italiane. Quindi l’operazione è finalizzata a far sì che il piccolo artigiano di Codogno o la piccola impresa di Reggio Emilia ricevano in fretta i pagamenti per i servizi resi a FCA.
- Né l’Olanda né il Regno Unito (rispettivamente sede legale e fiscale FCA) fanno parte delle liste dell’Ocse che elencano i cosiddetti “paradisi fiscali”. Né si trovano nella “lista nera” (che comprende ad esempio Costa Rica, Malesia, Filippine) né quella “grigia” (che comprende Andorra, Bahamas, Bermuda e altri 28 Stati).
- FCA Italia ha la sede in Italia, e paga miliardi di tasse in Italia. Altrimenti non avrebbe potuto chiedere la garanzia statale sui prestiti, visto che il DL Liquidità specifica che lo possono fare solo aziende con sede in Italia.
Da ricordare che FCA Italia ha (in Italia) 55.000 dipendenti in 16 stabilimenti produttivi e 26 poli dedicati alla Ricerca e Sviluppo, e garantisce circa 300.000 altri posti di lavoro nell’indotto.
Marattin conclude il pezzo dicendo: "L’affermazione “FCA ha chiesto (ingenti) finanziamenti allo stato italiano nonostante abbia la sede in un paradiso fiscale!” non ha di vero neanche il punto esclamativo. Nell’epoca della post-verità (in cui non conta ciò che è vero, ma solo ciò che la gente trova comodo sentirsi dire) non dovrebbe essere una gran notizia, e in effetti non lo è."
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