Azzeramento dei contagi nelle Regioni, Sardegna 24 maggio Lombardia 13 agosto
L'Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni Italiane ha pubblicato le nuove proiezioni sulle date di azzeramento dei contagi da Covid-19.
L’Osservatorio ha ritenuto particolarmente importante fornire al Governo e alle Regioni dati e previsioni elaborate su solide basi scientifiche relativamente all’evoluzione
dei contagi, focalizzando
l’attenzione sulla data a partire dalla quale ci si potrebbe attendere l’azzeramento dei nuovi
contagi, queste previsioni sono state calcolate sulla base dei dati messi a
disposizione quotidianamente dalla Protezione Civile.
Dal comunicato: "All’inizio della Fase 2 le Regioni si trovano a dover fronteggiare situazioni epidemiche diverse. L’epidemia da Covid-19, infatti, in alcune aree del Paese sembra nella fase finale, i contagi sono ormai prossimi all’azzeramento che dovrebbe avvenire a partire dalla terza settimana di maggio; altre Regioni sono in una fase leggermente più arretrata, ma potrebbero uscire dall’epidemia a partire dalla prima settimana di giugno; altre cinque Regioni dovrebbero vedere azzerare i contagi tra la metà e la fine di giugno. La situazione in Lombardia merita ancora particolare attenzione perché la diminuzione dei contagi procede con estrema lentezza, tanto che secondo le nostre proiezioni dovrà aspettare almeno la metà di agosto per azzerare i contagi."
Leggendo questi dati viene spontaneo chiedersi quali sono le motivazioni "su solide basi scientifiche" che hanno invece convinto il Governo a consentire l'apertura tra tutte le Regioni già a partire dalla data del 1 giugno.
Per quella data sono almeno 10 le Regioni che saranno ancora molto lontane dal trovarsi nella condizione di aver azzerato i contagi, ma anche ammesso che per alcune il numero di persone che vengono contagiate possa essere comunque molto vicino all'azzeramento, lo stesso non può essere per chi ha una previsione vicina alla fine dei giugno come: Piemonte, Bolzano, Trento, Liguria, Emilia Romagna, Marche.
Supponiamo però che anche per queste ultime si sia stimato un numero complessivo di nuovi contagi così basso da non rappresentare un reale pericolo, come si spiega la concessione alla Lombardia che secondo i calcoli vedrà la fine solo a metà Agosto?
Le previsioni dell'Osservatorio non tengono conto inoltre di eventuali nuovi focolai locali che potrebbero nascere a causa dell'apertura totale prevista per il 1 giugno. Una partenza differenziata tra le Regioni sarebbe stata sicuramente utile anche a verificare con maggiore prudenza l'evolversi dei contagi alla ripresa.
Mi dispiace poi per chi ne ha fatto il motivo principale delle decisioni, ma il famoso indice Rt ha ampiamente dimostrato di non poter essere il solo parametro attraverso il quale stabilire aperture e chiusure, un esempio eclatante è quello dell'Umbria, un territorio tra i meno colpiti dal coronavirus che ha visto crescere a dismisura l'indice durante le scorse settimane mentre scendevano progressivamente i contagi.
L'ISS ha ribadito in proposito: "L’indice di contagiosità non è una pagella ma un segnale da interpretare insieme agli altri dati. Relativamente ai valori di Rt in regioni come Umbria e Molise, che restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni da Covid-19, anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente ad un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili quali appunto l’Rt. Tali variazioni possono, paradossalmente, essere la conseguenza di un miglioramento della copertura dei sistemi di sorveglianza".
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