THE VISION - La pandemia non ci ha reso migliori.
"In un momento come quello che stiamo attraversando in cui ci ripetiamo di essere distanti ma uniti e che torneremo ad abbracciarci ancora più forte, la notizia della liberazione di una nostra connazionale dopo 18 mesi di prigionia tra Kenya e Somalia dovrebbe essere accolta come un’occasione di gioia, di festa e di unità nazionale. Invece, non appena Silvia Romano ha messo piede sulla scaletta dell’aereo vestita con lo jilbāb, subito si è gridato all’alto tradimento, rinforzando la tempesta di odio che già era cominciata nel momento in cui Giuseppe Conte aveva annunciato su Twitter la riuscita dell’operazione: “Quanto ci è costata la sua liberazione?”. L’indignazione è soprattutto dovuta al fatto che Romano durante la prigionia si è convertita all’Islam e l’ha fatto, stando alle sue dichiarazioni riportate dai giornali (dichiarazioni che tra le altre cose dovrebbero restare secretate), per libera scelta.
È già assurdo che una scelta del genere debba essere giustificata all’opinione pubblica in un Paese che all’articolo 19 della propria Costituzione tutela proprio la libertà religiosa, a prescindere dal credo. Soprattutto facendo seguito a una situazione come quella di un sequestro. Come ha detto a Rai News Domenico Quirico, reporter sopravvissuto a un rapimento in Siria nel 2013, “Nella narrazione di una vicenda così tremenda come la perdita di libertà di una persona […] esiste l’obbligatorietà del pudore”."
L'articolo prosegue riportando i titoli xenofobi apparsi su Il Giornale e Libero, la richiesta di pentimento o l'arresto chiesto da Sgarbi, l'incredibile esposto della Codacons, viene sottolineato come si cada in una narrazione imbevuta di propaganda che ancora una volta si propone solo di individuare un nemico da combattere.
L'articolo prosegue riportando i titoli xenofobi apparsi su Il Giornale e Libero, la richiesta di pentimento o l'arresto chiesto da Sgarbi, l'incredibile esposto della Codacons, viene sottolineato come si cada in una narrazione imbevuta di propaganda che ancora una volta si propone solo di individuare un nemico da combattere.
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