Solinas è sempre Solinas


Solinas è sempre Solinas. Non è un complimento. Siamo in balia delle onde con la corrente che ci impedisce di raggiungere sani e salvi la riva, e il bello è che lo abbiamo voluto noi. 
L'emergenza covid-19 sta dimostrando come non mai, gli errori che sono stati fatti dagli elettori sardi, e non solo, nella scelta dei propri amministratori. Mentre assistiamo a un mondo scientifico che negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante e che oggi reagisce con determinazione, competenza e velocità per trovare una rapida ed efficace soluzione alla pandemia, ci ritroviamo con una gran parte della classe politica che ha la responsabilità decisionale ma non è all'altezza del proprio ruolo. 
Se almeno questa emergenza sanitaria servisse ad aprire gli occhi agli elettori, a prendere con una buona dose di scetticismo le promesse in campagna elettorale, a valutare la reale competenza di chi si presenta, a fissare nella memoria le sparate mirabolanti che si concludono in un nulla di fatto, a riconoscere le critiche strumentali e le calunnie mascherate da buoni propositi, anche il covid-19 avrebbe un suo perché.
Purtroppo leggendo le notizie ho il timore che non sarà cosi.

LA NUOVA, Umberto Aime: "Dovrebbe essere permesso piazzare ombrelloni e sdraio, prendere il sole e stendere l'asciugamano. Ma perché il condizionale? Perché non c'è uno straccio di documento che confermi la svolta dell'ultim'ora.


CAGLIARIPAD, Alessandra Ghiani: "Ai fini del rilascio del passaporto sanitario tutto sardo – che, però, non potendo garantire che chi lo esegue non abbia il virus non è un vero e proprio passaporto – sarà sufficiente eseguire un unico particolare tampone in un non meglio specificato laboratorio non ancora autorizzato dal Governo.
Inoltre, come sarebbe possibile, in caso di contagio, mettere in isolamento/quarantena tutte le persone entrate a contatto con un infetto in un contesto turistico che presuppone altri turisti, personale delle strutture ricettive, e abitanti delle stesse località turistiche? 
Alla luce di tutti questi dati, delle dichiarazioni rilasciate dall’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu che sottolinea l’incapacità della Regione Sardegna di poter gestire autonomamente, senza l’appoggio governativo, una simile iniziativa, al netto del chiasso mediatico provocato da questa patente sanitaria tutta soliniana, la domanda sorge spontanea: non è evidente che il passaporto sanitario, così come presentato, rischi di diventare un deterrente per il turismo anziché una garanzia?


L'UNIONE SARDA: " Le associazione di categoria chiedono alla Regione "risposte certe e definitive entro due giorni".
"Se non si stabiliscono e si rendono note ora le modalità di accesso alla Sardegna, perderemo anche la possibilità di lavorare nel mese di luglio e a quel punto i danni saranno irreparabili, quasi nessuno aprirebbe più", recita la nota delle tre associazioni di categoria.
Due le urgenze che vengono sottolineate: la definizione di protocolli e regole per la fruizione delle strutture e delle spiagge e una comunicazione istituzionale chiara sull'apertura della Sardegna e sulle modalità di accesso.


VITOBIOLCHINI: "A volte ci si affeziona a delle idee anche se che alla lunga appaiono per quello che sono, cioè semplici intuizioni o, nel caso peggiore, vere stupidaggini; ma a quel punto chi è senza coraggio non sa fare marcia indietro e preferisce andare avanti costi quel che costi, anche a rischio di finire in un vicolo cieco.
È quello che sta avvenendo al presidente Solinas, che con la sua genialata del passaporto sanitario rischia di ottenere un risultato opposto a quello atteso, ovvero affossare quel poco di turismo che quest’estate potrebbe arrivare anche in Sardegna.

Ciò che sta avvenendo è infatti sotto gli occhi di tutti.

Su questa Grande Idea le dichiarazioni e i dietrofront della giunta regionale ormai si sprecano. Prima Solinas aveva affermato che i turisti avrebbero fatto il tampone all’arrivo nell’isola; poi, resosi conto dell’assurdità, aveva corretto il tiro, dichiarando che i turisti lo avrebbero fatto prima della partenza.
“Ma dove? In quali laboratori?” chiede il turista, spaesato. Il presidente è imperturbabile e cambia rotta: d’altra parte, essendo un mito, il passaporto sanitario sardo è più polimorfo di Zeus che pur di raggiungere i suoi scopi goderecci si trasformava in cuculo, in cigno, in toro. Ecco che dunque il passaporto sanitario di Solinas (già tampone all’arrivo e poi tampone alla partenza) si trasforma magicamente in test salivare all’arrivo.

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