Metti insieme stupidità e disinformazione e il covid-19 avrà nuove chances
A Vicenza un dirigente della società Laserjet si reca più volte in Serbia per una trasferta di lavoro, dopo qualche giorno si sente male, gli sale la febbre a 38 e accusa tutti i sintomi classici della infezione da Covid, nonostante tutto non si fa ricoverare e decide di andare a un funerale e a una festa di compleanno. Risultato: 89 persone in quarantena, nuovi focolai, tamponi a centinaia di persone nel Vicentino, nel Veronese e nel Padovano, lui adesso è in terapia intensiva e la persona che lo ha contagiato in Serbia è morta.
Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all'Università di Padova e virologo, in una delle interviste dove affronta il tema dei nuovi focolai scoppiati in particolare in Veneto. "Era prevedibile, da aprile ripeto che bisogna dire la verità ai cittadini. Se si racconta che il virus è sparito le persone abbassano l'attenzione"
Uno studio italiano, condotto da Politecnico di Milano, Cà Foscari di Venezia e Università di Padova di fine aprile si esaminavano gli effetti del lockdown nel nostro paese e secondo i modelli matematici utilizzati le misure restrittive hanno abbassato nettamente la probabilità di contagio, senza le precauzioni prese ci sarebbero stati alla fine del mese di marzo oltre 600mila casi confermati con un incremento rispetto al dato effettivamente registrato pari al 700%.
Non è stato così semplice fermare tutto, adattarsi per mesi a una vita così diversa da quella alla quale eravamo abituati, ma la risposta degli italiani è stata in gran parte positiva e oggi siamo in una condizione decisamente migliore: non c'è più una condizione di emergenza negli ospedali, con tutte le attenzioni possibili stiamo cercando di far ripartire l'economia e il vaccino dovrebbe essere disponibile prima della fine dell'anno.
Ma se un professore ti racconta che: "...la capacità del virus di produrre malattia è uniformemente scomparsa nel contesto nazionale..." non sorprende che le persone abbandonino ogni precauzione e si convincano di poter tornare da subito alla vita che facevano pochi mesi prima.
Un messaggio entusiasta e dai risvolti così positivi, anche se palesemente sbagliato dal punto di vista informativo, trova subito sponda nella voglia delle persone di mettere da parte ogni preoccupazione, ogni dubbio, ogni pensiero che li ha angosciati quando il numero dei contagiati e dei morti giornalieri sembrava non arrestare la sua crescita.
L'errore di questo messaggio diventa oltremodo evidente quando scopri che le persone sui social non discutono, non si confrontano ma si scontrano, in molti si schierano senza ammettere repliche a difesa dell'ipotesi Zangrillo e non vogliono sentir parlare neanche lontanamente della indispensabilità di essere ancora prudenti, arrivando a giudicare irrilevante l'episodio di Vicenza e accusando coloro che li invitano a non abbassare la guardia, di negazionismo nei confronti di una teoria che ancora oggi non ha la benché minima base scientifica.
Non solo, tutte le news che arrivano dal resto del mondo, essendo estremamente negative e quindi contraddicendo ciò che si vorrebbe fosse vero, svaniscono a confronto dell'idea di una Italia oramai covid-free (risultato peraltro mai raggiunto) dalla quale i nostri connazionali oramai non vogliono più staccarsi. Ma le notizie, per chi le vuole leggere, sono ben poco incoraggianti:
- L’America Latina si conferma l'area del mondo maggiormente colpita dall’emergenza coronavirus. Nella regione si contano infatti oltre due milioni di contagi e i morti continuano ad aumentare arrivando a 124.118, di cui 2.736 solo nell’ultimo giorno.
- La Generalitat catalana ha deciso di mettere in quarantena nelle loro case gli abitanti di 38 piccoli comuni della provincia di Segrià, che contano circa 209.000 persone, a partire da mezzogiorno, a fronte dell'aumento dei casi di coronavirus registrati nelle ultime ore. I focolai attivi individuati sono nove.
- Non calano i casi in USA, che nella giornata di ieri hanno registrato il numero record di 53mila nuovi contagi.
- Nel mondo le persone contagiate dal Coronavirus hanno superato gli 11 milioni (11.049.505), secondo i dati della Johns Hopkins University.
Accade così che abbiamo mezza nazione che se ne frega delle precauzioni, tra questi fanno capolino anche quelli del: "Io il vaccino contro il covid non lo voglio fare", e poi c'è l'altra metà che continua a fare le cose che è indispensabile fare per non rischiare di dare una nuova chance al coronavirus, ma anche tra questi ultimi troviamo già tanti che a volte si scordano di mettere la mascherina, di disinfettarsi le mani prima di entrare in un negozio, di tenere la distanza o di evitare gli assembramenti.
In conclusione: le persone hanno dimostrato di gestire bene l'emergenza e i sacrifici che comportava sino a che hanno avuto timore per se e per i propri familiari, non aspettatevi che lo facciano ancora se la disinformazione continuerà a viaggiare nei social, in TV e nelle testate giornalistiche anche attraverso coloro che vengono ufficialmente considerati degli "esperti".
Se il Covid-19 non decide autonomamente che è più conveniente per lui non arrivare a uccidere l'ospite (attualmente non è così), questa vicenda non è ancora arrivata alla fine e probabilmente ci darà ancora molto filo da torcere. L'unica indicazione valida e intelligente è quella che, pur recuperando a piccoli passi una vita sempre più normale, non bisogna smettere per nessun motivo di applicare tutte le precauzioni necessarie per evitare possibili nuovi contagi.
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