Disastro turismo ed economia in Sardegna solo Truzzu e Solinas non si accorgono di nulla



Un primo bilancio sulla stagione turistica relativo ai dati registrati a giugno parla di un calo del 95% rispetto allo scorso anno, ma anche la possibile ripresa nel proseguo appare oramai compromessa, infatti le cancellazioni delle prenotazioni arrivate il mese scorso presentano un quadro disastroso:  per il mese di luglio quasi la metà delle strutture ha registrato un calo di oltre il 60%, per quanto riguarda gli altri mesi il dato appare per il momento meno negativo, ma ci si aspetta purtroppo che arrivino altri annullamenti all’ultimo momento.

Paolo Manca, il presidente di Federalberghi Sardegna, ha chiamato in causa la Regiorne dichiarando: "In una stagione così difficile, gli imprenditori hanno fatto da subito la loro parte, le istituzioni regionali no. A oggi, oltre il 50% delle strutture ha aperto, assumendo decine di migliaia di lavoratori, ma non un euro è arrivato nelle casse degli alberghi, non c'è alcuna certezza dei contributi promessi, il rischio sanitario è sempre alla porta e nessuna indicazione è arrivata. Soprattutto non è stata organizzata alcuna adeguata promozione. La Sardegna avrebbe potuto sfruttare i vantaggi della sua natura insulare e del basso livello di contagio del virus, ma non lo sta facendo. Noi abbiamo mantenuto con la Regione le interlocuzioni aperte per mesi, le azioni da intraprendere erano chiare: se non si scongiurerà il disastro completo non c'è alcun dubbio su dove ricercare le responsabilità di questo flop annunciato".

Instagram D.Serpi - Emblema della stagione turistica 2020 in Sardegna - 6 Luglio Geremeas Kal'e Moru

L'assessore Chessa, che nelle scorse settimane ipotizzava una forte ripresa del settore già a partire da luglio, ha risposto: "Un flop? Una lettura del tutto errata. La situazione del resto d'Italia è ben peggiore. La Sardegna un mese fa è partita da zero, e oggi si può dire che alla fine recupereremo circa il 50%. Se nel 2019 le presenze sono state 15 milioni, quest'anno stimiamo un bilancio finale di 6/7 milioni".

Risulta abbastanza difficile pensare che sia positiva una condizione per la quale ci si trovi a incassare solo il 40% (6milioni su 15) rispetto all'anno precedente, ma Chessa ci ha abituato a ben altre performance quando si tratta di argomenti di una certa complessità, e infatti prosegue: "Quello che dice Paolo Manca non fa bene all'Isola. Perché dà soltanto dati negativi? Io so che tanti resort hanno il pienone, ognuno si fa la sua pubblicità e conta sul last minute. Poi so perfettamente che gli stranieri non ci sono, come dappertutto, purtroppo si registra ancora un diffuso terrore di viaggiare, di prendere un aereo".

Riassumendo: la stagione non è un flop e dovremmo essere contenti anche se al momento ha aperto solo il 50% delle strutture e alla fine avremo il 60% di turisti in meno, alcune strutture hanno addirittura il pienone e la colpa delle disdette ricade sui turisti che hanno terrore di prendere l'aereo.

Ora, sotto la spinta di Federalberghi, Chessa parla di possibili campagne istituzionali indirizzate ai turisti italiani, ma anche di bandi per sponsorizzare future manifestazioni culturali e prova a tranquillizzare tutti: "Era tutto perso, invece stiamo trasformando una tragedia in un'enorme opportunità per ripartire. Sto anche lavorando per il 2021, per un piano di rinascita del turismo. Alla fine piangeranno le altre regioni, invece la Sardegna sorriderà".

Naturalmente, di turisti stranieri o italiani in città non se ne vedono, esattamente come avviene per gli alberghi. Nell'immagine di apertura del post una piazza Palazzo deserta con solo 2 turisti sperduti la dove gli anni scorsi c'erano sempre centinaia di persone.


All'interno della Cattedrale nessuno e neanche alla mostra di Steve McCurry al Palazzo di Città, il Bastione di San Remy non è da meno, con una dozzina di persone delle quali solo la metà sono turisti.


Il gruppetto di turisti italiani passa vicino a un ambulante che ha steso il suo tappeto e vende cappelli, uno di loro propone di comprarli per per ripararsi dal sole, ma un'altro risponde: "Stai scherzando! Hai visto lo schifo sul quale è poggiato il tappeto, ma qui non puliscono mai?


Il sindaco Truzzu, martedì scorso, ha premiato Ludovico un ragazzo che ha lavorato per 4 ore filate a raccogliere rifiuti, bottiglie, lattine, tetrapak e tanto altro, residui della movida del fine settimana che giacevano tutt'intorno alle panchine del Bastione, sottolineando: "la pulizia dei luoghi che viviamo e amiamo dipende prima di tutto da noi stessi e poi dagli altri".
Ludovico è certamente da encomiare, come lo sono le persone che hanno passato la domenica a raccogliere tutti i rifiuti nella zona di Calamosca, ma credo che sia troppo chiedergli di continuare a tenere pulito il Bastione al posto del Comune.

Prima o poi Paolo Truzzu si dovrà chiedere come mai sia risultato solo al 95esimo su 105 primi cittadini italiani nella classifica stilata dalla Governance Poll 2020 e pubblicata sul quotidiano Il Sole 24 Ore.

Il presidente della regione Solinas non è messo così male visto che si trova incomprensibilmente a metà della statistica, anche se solo con il 48% di consensi, una posizione guadagnata a suon di comunicati settimanali e di continue promesse più che di cose realmente fatte. 
Giova ricordare a coloro ai quali è sfuggita la notizia, che una delle cose che ha voluto assolutamente riuscire a tradurre in realtà in questo periodo di crisi coronavirus, è quella gran trovata del Ppr che attraverso un’interpretazione autentica considerata “illegittima” dal Grig, vuole cancellare la co-pianificazione tra Stato e Regione  lasciando mano libera alla Giunta sui progetti da autorizzare lungo le coste e nelle zone agricole, senza vincoli o paletti.

Intanto che Comune e Regione si occupano di aspetti marginali e di facciata o di aiutare solo specifici settori dell'imprenditoria, il resto della Sardegna va incontro a un autunno drammatico dal punto di vista economico e foriero di forti tensioni sociali.

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