Sardegna con il 99,7% al primo posto nella graduatoria delle acque di balneazione "eccellenti"


Dall'SNPA, Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, realtà istituzionale che si occupa di controllo ambientale, monitoraggio dello stato dell'ambiente, attività di ricerca e supporto tecnico-scientifico agli Enti Statali, la pubblicazione dei dati 2016-2019 sulle acque di balneazione eccellenti che rende finalmente giustizia al mare della Sardegna.

Non si tratta di rivendicare la bellezza delle nostre coste, che tutti ci riconoscono, ma di mettere una bandierina bella alta sulla valutazione della qualità delle acque di balneazione che altre graduatorie, più attente a quanto crea business e meno a questioni come quelle dell'ambiente e della salute, spesso ci hanno negato.



Il dato nazionale del 94,6% di chilometri di acque di balneazione eccellenti è confortante e decisamente migliore della media Europea stimata intorno all'85%, ma ad avere veramente un dato invidiabile sono la Sardegna e la Puglia, a pari merito con il 99,7%



Dal testo pubblicato nel sito dell'SNPA: "Per ciascuna “acqua di balneazione” sono individuati i punti di monitoraggio rappresentativi della qualità dell’intera area. Complessivamente in una stagione balneare le agenzie ambientali effettuano oltre 24.000 campionamenti e altrettante analisi di laboratorio per determinare la presenza dei due parametri microbiologici che indicano la qualità dell’acqua di balneazione, per un totale, quindi, di oltre 48.000 determinazioni analitiche.
Nei siti delle agenzie ambientali – e nell’apposito portale del Ministero della Salute – durante la stagione balneare sono disponibili i dati sempre aggiornati dei risultati dei controlli effettuati che possono determinare gli eventuali divieti di balneazione da parte dei sindaci. Alcune Agenzie mettono a disposizione dei cittadini anche delle apposite App, scaricabili gratuitamente, che possono essere usate su smartphone e tablet, che forniscono le stesse informazioni presenti sui siti Web, ma che sfruttano la possibilità data dal Gps presenti in tali apparecchi, per segnalare la situazione relativa alla zona in cui uno si trova.
L’attenzione deve essere sempre molto alta a tutti questi aspetti. Non si può ignorare quello che un recente rapporto ISTAT (dati 2015) ha documentato, e cioè che complessivamente nel nostro Paese solo il 77% dei reflui urbani risulta effettivamente depurato (anche se è auspicabile che negli anni intercorsi questa percentuale si sia ridotta), e quindi la restante parte può arrivare in mare con il proprio carico inquinante."

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