Lanciata la Lotteria Covid-19 in tanti a partecipare tra virologi, epidemiologi, professori ed esperti
Come in una lotteria, ciascuno fa la sua puntata e spera di imbroccare il numero giusto. Che sia per accrescere la propria fama o per legami troppo stretti con una parte politica, attraverso mezzi di informazione e social piovono le dichiarazioni tra chi vede il virus morente e chi non condivide neanche l'apertura contemporanea di tutte le Regioni.
Non parliamo di news lanciate da un complottista che non è finito in terapia intensiva o da un sito specializzato in notizie farlocche e vendita di prodotti vari, le dichiarazioni arrivano da nomi conosciuti della sanità e rischiano in questa fase di fare più danni dello stesso coronavirus.
Infatti una gran parte delle persone ha iniziato a mettere da parte ogni precauzione e si è scelta la dichiarazione, l'ipotesi, la condizione che in qualche modo gli piace di più. Come condannarli, non possono essere tacciati di dare ascolto al primo fesso che incontrano, dopo tanti mesi di paure, restrizioni e vincoli, finalmente "liberi".
Peraltro, anche il governo non è che stia dando dei messaggi così forti, netti, da indurre la gente a riflettere prima di considerare l'eventualità che certe informazioni possano essere inattendibili, le parole spese contro queste ipotesi non sono certo tali da mettere in dubbio la professionalità di chi le afferma e non minacciano denunce per l'eventuale possibilità di mettere a rischio la salute pubblica.
Alcune delle ultime dichiarazioni che ho raccolto nel web:
- Il primario del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva, a proposito della situazione nella Regione Lombardia ha detto: "Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più".
- Si dice sconcertato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità. "Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal Professor Zangrillo con frasi quali il 'virus clinicamente non esiste più' e che 'Terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità'. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus".
- Il pneumologo Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico: "Il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza. È indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va però scordato - rileva - che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese".
- Francesco Le Foche, responsabile del Day hospital di Immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I di Roma: "Il virus si è indebolito. Facciamo sempre più tamponi e troviamo sempre meno malati. Ci vuole ancora prudenza, è ovvio, ma la gente sta cominciando ad accettarne la convivenza". "La malattia è mutata – sottolinea – Siamo in fase sub-acuta, l'isolamento ha ridotto drasticamente la carica virale. Il virus è meno aggressivo sulla cellula. I nuovi casi, in genere, non sono così gravi. Chi si ammala, oggi, ha una condizione di febbricola e di astenia che si prolunga per 2-3 settimane." Il virus "si sta già spegnendo – osserva l'esperto – In parte si è già spento. Il lockdown gli ha impedito di riprodursi e quindi si è affievolito. Il caldo gli assesterà un ulteriore colpo, a patto naturalmente che la gente continui ad avere comportamenti virtuosi".
- Pierluigi Lopalco, epidemiologo e consulente della Regione Puglia: "In questi giorni abbiamo poche certezze: reparti ospedalieri si stanno via via svuotando dei malati di Covid 19, i nuovi casi positivi si riferiscono per lo più a portatori asintomatici o paucisintomatici, che quindi esprimono basse cariche virali, il numero di portatori è comunque alto, considerando che la maggior parte di essi non viene rilevata e che il virus si mantiene alla stato di portatore per molto tempo. Valutare il rischio e – conclude – fare attenzione".
- Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Galeazzi Milano: "Credo che la situazione sia sotto controllo e che la quota oggettiva di infetti sia bassissima: 2.4, e anche meno, per 10mila abitanti e quindi ritengo fondamentale questa apertura sempre nell'ottica di una vigile serenità; ci sarebbe voluto un lockdown molto più lungo per arrivare a un valore vicino allo zero. Il virus - avverte Pregliasco - continua a circolare, ognuno di noi deve sentirsi responsabile, solo così elimineremo la possibilità di avere focolai".
- Il professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell'Università di Padova e virologo, in merito all'apertura della Lombardia afferma: "Diciamo che è stata una decisione precipitosa. Io avrei aspettato prima di fare ripartire i viaggi interregionali, in particolare dalla Lombardia dove ancora non c'è chiarezza sui dati", "non siamo usciti dall'epidemia, anche se i dati sono migliorati", "...ora ha dubbi sulla bontà della scelta del governo di concedere i viaggi interregionali senza distinzioni, anche in quelle zone che ogni giorno registrano 200-300 nuovi casi positivi".
- Il proff. Galli: "Il peggio dovrebbe essere passato, la situazione non mi pare abbia connotazioni di drammaticità o di rischio immediato. Prima o poi riusciremo a controllare questo virus. È un proposito, più che una certezza, ma è nella logica delle cose. Finirà? Forse, avendo un vaccino, finirà. Non ne siamo certi". Dati Lombardia: "Sono i tamponi arretrati che molte persone hanno chiesto di avere e hanno finalmente avuto, anche perche' magari gia' manifestavano da un po' di tempo sintomi abbastanza inequivocabili".
Dati di ieri:
Duecentodieci nuovi positivi in Lombardia: sono 32 i nuovi positivi nella città metropolitana di Milano; crescono i casi nella provincia di Bergamo, dove nelle ultime 24 ore i casi sono 43 contro i 21 di ieri; in aumento anche nella provincia di Brescia, dove si registrano 44 casi contro i 41 di sabato, a Como, con 13 casi rispetto ai 3 di ieri e a Varese, con 25 casi rispetto ai 4 del giorno prima. A Mantova si registrano 12 casi, rispetto ai 6 di sabato e a Cremona 11 rispetto ai 6 del giorno prima. A Lecco sono 7, uno in più di ieri e a Sondrio 3 contro 1 di sabato. Calano i casi nella provincia di Pavia, con 10 casi odierni contro i 35 di ieri, e a Lodi, dove i contagiati oggi sono 6 rispetto ai 10 di ieri.
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