Nasce il nuovo partito scientifico del Covid-19 ridotto a semplice influenza
Leggo su Corriere.it: "Coronavirus, 10 esperti: «Emergenza finita». Ma è scontro nella comunità scientifica". Coronavirus meno aggressivo? Epidemia in dismissione? Sì, sarebbe questa l'attuale condizione del Sars-CoV-2 secondo una «cordata» di esperti di varia estrazione medica che adesso hanno ribadito le loro teorie in un documento unico, dopo essersi espressi individualmente.
A quanto pare ora non basta più andare singolarmente in televisione o farsi intervistare dai giornali, i cosiddetti esperti fanno gruppo e prendono posizione attraverso un documento unico dove ribadiscono la loro teoria sulla evoluzione del Covid-19 da nuovo virus bastardo, che in Italia ammazza in pochi mesi 35mila persone, a semplice influenza con bassa possibilità di contagio.
Dall'articolo: "Chi si ammala oggi di Covid-19 avrebbe un basso rischio di aggravarsi perché il virus ha una carica virale più debole e anche meno contagiosa. Firmato Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Lucà Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi e Roberto Rigoldi il cui manifesto è stato ripreso dal quotidiano Il Giornale. Un partito scientifico trasversale formato da virologi, anestesisti ed epidemiologi, idealmente schierato contro la comunità dei colleghi più prudenti, convinti che il virus abbia purtroppo ancora molte cose da dire, che non sia affatto cambiato né si sia indebolito e che l’apparente, ridotta bellicosità sia frutto delle misure di distanziamento adottate durante il lockdown."
Quindi tutti tranquilli adesso potete darvi alla pazza gioia è tutto passato, infatti da quando è iniziata questa pericolosa diatriba tra esperti sono già in tanti a pensare che si può tornare alla vita di sempre e perché no, anche alla movida del fine settimana. Lo fanno sotto lo sguardo preoccupato dei sindaci d'Italia, che però in gran parte non sembrano intenzionati a intervenire, non si sa bene se anche loro euforici per il possibile passato pericolo o per la paura di inimicarsi l'elettorato se agiscono di conseguenza.
A nulla serve che i vari Brusaferro, Locatelli, Ippolito e Rezza sostengono con forza che Il virus c'è ancora e non cambiato, non è assolutamente meno aggressivo di prima. Peraltro basterebbe leggere le ultime notizie sulla Germania, il Portogallo o sull'epidemia in Brasile e India per comprendere che in Italia stiamo solo attraversando una fase diversa e che certamente non siamo fuori pericolo.
Ma allora che senso ha tutto questo accanirsi dei 10 esperti, pur consapevoli del fatto che stanno parlando di una ipotesi teorica basata sull'osservazione più che su basi strettamente scientifiche?
Nell'articolo si scherza parlando di "partito scientifico trasversale", ma a me viene il dubbio che la questione stia proprio nella parola partito: per partito preso (contro altri colleghi), per appartenenza a un partito, a difesa del partito dei professoroni della sanità privata del nord, che ha visto ridimensionare la sua presunta professionalità dall'emergenza covid-19, insomma il partito dei propri interessi più che quello di difesa della salute dei cittadini.
Vi ricordo quanto diceva per esempio uno dei dieci firmatari, l'infettivologo Matteo Bassetti, alla fine di febbraio 2020 durante il programma L'aria che tira su LA7: "Non è un'infezione devastante, curandola ci stiamo accorgendo che è simile a un'influenza come evoluzione". "I dati vengono dalla Cina, che ha un sistema sanitario non evoluto come il nostro. Noi le cose le sappiamo fare e le sappiamo fare bene, riusciremo a tendere ancora più in basso come letalità."
Visto ciò che è accaduto e le difficoltà avute in Lombardia, risulta oltremodo difficile dare credito a ciò che afferma oggi.
Ma adesso sta diventando impossibile fermare le persone, la notizia della possibile fine definitiva del pericolo coronavirus, che ha angosciato gli italiani chiusi per mesi nelle loro case, ha un potere mille volte più forte del ragionevole messaggio di prudenza lanciato da chi sa che la partita è lungi da essere finita.
Intanto in Lombardia in questo mese di giugno ci sono stati mediamente 180 nuovi contagiati al giorno (circa il 60% di tutto il territorio italiano) e ancora non abbiamo visto i risultati dell'apertura verso le altre nazioni, visto che il vero flusso turistico avverrà presumibilmente solo nelle prime settimane di luglio.
Nonostante questo ai 10 andrà bene, almeno nel breve, perché è probabile che durante il periodo estivo il virus trovi qualche difficoltà a riprendersi dopo l'isolamento ne ha bloccato la crescita esponenziale.
L'appuntamento è rimandato quindi a fine settembre quando potrebbero esserci i primi segnali di una possibile nuova recrudescenza e, anche se tutti speriamo possa essere meno violenta della prima ondata, allora sarà bene ricordare i nomi degli oracoli appartenenti a questo partito scientifico traversale, che certamente ci sapranno eloquentemente spiegare quali errori sono stati commessi, ovviamente dagli altri.
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