Salvini, Meloni e Tajani incoscienti in festa un insulto all'Italia e ai morti da coronavirus
Ora venitemi a raccontare che nessuno dei tre organizzatori si aspettava così tanta gente e sopratutto che si fiondassero così tante persone chiaramente antidemocratiche e così tanti sciocchi sprezzanti della sicurezza. Mentre Salvini se la ride e straparla la Meloni si guarda attorno preoccupata e Tajani batte in ritirata: un gran bel casino non c'è che dire.
Ma mentre in fondo mi aspetto da parte di questi personaggi, frutto della peggior politica italiana, azioni dettate da una becera incoscienza, mi chiedo quali improbabili giustificazioni ci possano essere per chi ha autorizzato questa manifestazione.
Ora mi aspetto una reazione da parte del Governo degna di questo nome, altrimenti ogni sciagurato cittadino di questo paese potrebbe sentirsi autorizzato a fregarsene altamente di regole, procedure, ordinanze e indicazioni per la tutela della salute pubblica.
REPUBBLICA: "Un assembramento che viola ogni regola di sicurezza. Che abbatte qualsiasi soglia di rischio. Che gioca d'azzardo con la sorte. Distanze azzerate. Alla fine, sono in migliaia. Matteo Salvini senza mascherina: "Ce l'ho, ma gli esperti dicono che il virus sta morendo". Le frange più estreme della destra che si presentano puntuali in piazza. Pochi metri più in là rispetto ai promotori del centrodestra (Giorgia Meloni e l'azzurro Antonio Tajani, col leghista)" . "La Polizia non può che osservare sgomenta. Poi si muove, riceve forse degli ordini dalla questura perché la scorta dello stesso Salvini chiama preoccupatissima la centrale".
"C'è Danilo Cipressi che urla rabbia dal megafono. Contro Conte, contro le regole "che hanno limitato la libertà" e contro i giornalisti e la polizia "che ha creato l'assembramento". Uno dei suoi scagnozzi minaccia i giornalisti con telecamere a non insistere con le domande".
" Parte un coro "Conte, Conte vaffanc...". Dai capi subito un cenno di stop. Viene subito convertito in "Libertà, libertà" e "Elezioni subito". La capogruppo di Fi Annamaria Bernini e la senatrice braccio destro di Berlusconi Licia Ronzulli riparano in un vicolo, osservano sgomente la bolgia. Lasciano scorrere il corteo lontano su via del Corso. Lasciano il solo Tajani in mezzo alla folla. Parte l'inno nazionale. "Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò". E stavolta suona assai sinistro."
GLOBALIST: "In via del Corso a Roma il dialogo tra due 'patrioti' che erano stati scelti per portare il tricolore in piazza del Popolo alla manifestazione con Meloni, Salvini e Tajani. Un sovranista o sedicente ‘patriota’ (l’estrema destra che non riconosce i valori fondanti della repubblica e parla di patriottismo farebbe ridere se non facesse orrore) che in libertà dice quello che tanti da quelle parti dicono, ma che poi ipocritamente in pubblico si negano: “La mafia ha sbagliato fratello”. E poi all’interlocutore che non aveva capito ha ripetuto: “La mafia sbagliò fratello, invece da ammazza’ Piersanti…”A parlare un signore non meglio identificato ma che non era un passante o uno che stava lì per caso.
Il tutto condito (come si vede brevemente nell’ultimo spezzone del filmato) dall’Inno di Mameli concluso con il saluto fascista."
UFFINGTONPOST: "La manifestazione “L’Italia non si arrende” viola ogni regola di sicurezza. Il corteo di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia sotto un Tricolore lungo cinquecento metri sfugge di mano agli organizzatori. Pochissime le mascherine, per non parlare del distanziamento sociale. “È un grande assembramento” ironizza un militante. Non a caso alcuni parlamentari berlusconiani ammettono: “Ecco la ragione per cui eravamo perplessi”.
Sia come sia ecco i tre tenori del destracentro, Tajani, Salvini e Meloni. Il leader della Lega è il più acclamato: “Matteo, Matteo, Matteo”. Ma un attimo dopo il lungo corteo si trasforma in un grande coro contro il presidente del Consiglio. “Conte, Conte vaffa....”. Salvini abbassa la mascherina e inizia a straparlare con i giornalisti. “Facce un saluto romano”, si sgola un sostenitore di FdI. Ma ormai la situazione è sfuggita di mano. Tanti manifestanti emulano il leader di via Bellerio. “E basta con queste mascherine, Zangrillo ha detto che il virus non c’è più”.
Cambia la natura del corteo che metro dopo metro si infiamma, insulta, pretende le elezioni subito: sembra di trovarsi nella curva di uno stadio. Perfino la Meloni osserva attonita e forse spassata. Tajani si muove con passo felpato alla ricerca di spazio. “Non era quello che avevamo pensato”, sussurra La Russa.
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