Le decisioni di Roberto Speranza ministro politico o tecnico o nessuno dei due

 
Il passaggio della Sardegna da zona bianca in arancione e quindi la nuova chiusura di un territorio che nei momenti peggiori della pandemia ha dimostrato di essere in grado di gestire molto meglio di altri la crisi sanitaria è emblematico dell'inadeguatezza di alcune decisioni prese in quest'ultimo anno dal ministro della salute.

Andrea Crisanti ha confermato in un articolo apparso su OPEN il 21 marzo, che la decisione presa nei confronti dell'Isola è profondamente sbagliata e vanno cambiati i criteri di applicazione delle zone perché così si rischia di penalizzare chi fa più attività di sorveglianza. Il professore ha infatti collaborato con la Regione portando avanti uno screening di massa che non ha eguali in Italia, una operazione che ha favorito l'ingresso in zona bianca della Sardegna dal 1 marzo, ma che può ovviamente trovare momentaneamente un numero maggiore di persone contagiate dal covid-19, in particolare coloro che presentando sintomi lievi e spesso sfuggono ai normali tracciamenti.

Nell'articolo Crisanti fa un semplice esempio: «Se il lunedì ho tanti casi (anche 250 ogni 100 mila abitanti) perché ho fatto migliaia di test, e il sabato pochissimi o addirittura zero grazie alle misure di controllo messe in atto che di fatto hanno bloccato la trasmissione del virus in settimana, vuol dire che già il venerdì la situazione epidemiologica è cambiata ed è in netto miglioramento. Quindi non è corretto andare automaticamente in zona arancione. Serve più flessibilità». La soluzione proposta dal docente si basa sul definire e «commisurare le zone in base alle misure di contenimento prese». Altrimenti, tuona Crisanti, «finisce che noi che facciamo più tamponi e dunque troviamo più positivi, rischiamo di essere penalizzati».

Inutile dire che a Speranza questo interessa poco, quasi sempre le sue decisioni vengono infatti prese più come rigida applicazione di protocolli piuttosto che considerando l'insieme dei dati in suo possesso. Così il ministro si propone come politico irreprensibile che assume la responsabilità di scelte difficili, anche se a veder bene il suo agire è al contrario una evidente mancanza di assunzione di responsabilità, tipica di chi si nasconde dietro un singolo parametro per non affrontare il rischio di dover valutare se il quadro generale di un territorio consenta scelte differenti.

Viene da pensare che non sia tagliato per la politica e in fondo giochi il ruolo di tecnico esecutore che superato il valore di 1 fa scattare l'interruttore e gli interessa poco quanto si sta facendo, quali risultati si stiano ottenendo o se la scelta non finisca per portare più danni che benefici. In determinati contesti sarebbe un comportamento persino tollerabile: regole rigide e nessuna eccezione, mentre lui senza alcuna giustificazione tecnico-sanitaria, ha lasciata aperta la possibilità che centinaia di migliaia di persone possano migrare indisturbati da una zona rossa a una bianca solo perché possiedono una seconda casa (in Sardegna ci sono 220mila seconde case di non residenti).

Dopo il passaggio alla zona arancione questo è diventato un aspetto praticamente irrilevante, ma il dubbio degli isolani è che proprio questa sia la chiave di lettura della decisione senza possibilità di negoziazione e indifferibile di riportare la Sardegna sullo stesso livello delle altre regioni; magari anche sulla spinta di quella reazione furente e scomposta di molti dei proprietari di seconde case, irragionevolmente piccati per la chiusura decisa dalla regione sarda al fine di tutelarsi da un possibile aumento indiscriminato dei contagi, come purtroppo avvenne la scorsa estate.

Il ministro della salute Roberto Speranza, a volte politico, a volte tecnico rigido, a volte un po' assente, secondo schemi e ragionamenti sconosciuti ai più, tirato per la giacchetta da ogni parte ha finito col prendere a volte decisioni infelici e contraddittorie con il risultato di penalizzare più del dovuto la nazione dal punto di vista sanitario ed economico. 

Se un cambio radicale sulla gestione sanitario-economica era indispensabile a questa Italia, forse esonerare solo Arcuri e alcuni membri del CTS non è stato sufficiente.


Riferimenti:

https://www.open.online/2021/03/21/covid-19-crisanti-sardegna-zona-bianca-diventa-arancione-intervista/

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