Non diamo retta a chi sottovaluta l'aumento dei contagi e attiviamo finalmente i controlli


Come ultimamente accade, per ogni questione che coinvolge la popolazione italiana si creano due schieramenti: chi dice BIANCO e chi ribatte NERO, nessuna analisi, nessun serio ragionamento, solo una scelta di parte, dettata spesso dall'emotività o da mero interesse.
Naturalmente sta succedendo anche per quanto riguarda la pandemia dovuta al coronavirus: medici, scienziati, politici e gente comune, in gran parte divisi nei due schieramenti e con i giornalisti che fanno a gara per pubblicare ed esaltare ogni cazzata viene fuori da questa assurda contrapposizione.

La situazione avrebbe richiesto un'attenta informazione e gestione da parte della politica Sarda, si è invece giocato a creare inizialmente un allarmismo sbagliato e inutile, per poi chiedere a gran voce misure inapplicabili, e al rifiuto si è girata la faccia da un'altra parte lasciando al caso ogni accadimento. A quel punto, liberi tutti, e si è riaperto senza troppe preoccupazioni: registrazioni solo di facciata per chi sbarca nell'isola, apertura delle discoteche con regole che si sapeva non essere realistiche e che quindi non sarebbero state rispettate, ma sopratutto nessun controllo puntuale agli arrivi, nessuna verifica a sorpresa nelle discoteche o nei locali di ritrovo, nelle strutture ricettive o nei ristoranti. Senza contare la quasi totale assenza di controlli anche in qualsiasi altra attività commerciale o d'impresa presente sul nostro territorio, indipendentemente dal rischio che poteva rappresentare per lavoratori e clienti.

Così accade che la Sardegna, una delle regioni tra le meno colpite dalla pandemia e che aveva da tempo azzerato i casi di coronavirus, malgovernata e coinvolta dalla insipienza di poche centinaia di vacanzieri sconsiderati, passa da territorio covid-free a bacino di untori.
Ovviamente la situazione reale non è quella che viene rappresentata da alcuni giornali e personaggi politici, ma è altrettanto ovvio che l'aumento di persone che hanno contratto il virus, indipendentemente dalla fascia d'età e dal loro attuale stato di salute, rappresenta di per se una crescente possibilità di contagio per coloro che sono più deboli o anziani.  
In tutti i casi, la catena di contagi che era bloccata da mesi è stata rimessa pericolosamente in moto, basta leggere le notizie degli ultimi giorni:

- Flavio Briatore è stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per aver contratto il Covid. Ci sono altri 63 casi di positività al Covid-19 tra il personale del Billionaire, il locale di Porto Cervo di sua proprietà chiuso dal 17 agosto.

- Nurri, 18 nuovi positivi al coronavirus: sono tra i contatti dei due giovani rientrati dalla Spagna.

- Quattro casi di contagio da covid 19 accertati fra gli ospiti del camping Isuledda di Cannigione: una ragazza romana già rientrata nella capitale e tre giovani in isolamento in un appartamento di Arzachena messo a disposizione dai gestori della struttura.

- Sardegna, gestore del Sottovento di Porto Cervo ricoverato a Sassari. Il locale era rimasto aperto - dopo l'ordinanza di chiusura delle discoteche - in quanto svolge anche il servizio di ristorante e pianobar.

- Tre membri dello staff dello Yacht Club Costa Smeralda di Porto Cervo sono risultati positivi al coronavirus. I controlli sono partiti su richiesta dello Yacht club, che dopo aver avuto informazione da parte di alcuni ospiti risultati positivi al loro rientro dalla vacanza in Sardegna.

E adesso localmente si cerca di correre ai ripari:

- Controlli a tappeto nelle maggiori discoteche e locali della movida della Costa Smeralda per individuare e isolare eventuali contagi da Covid-19. Su disposizione dell'Unità di crisi del nord Sardegna, tra oggi e domani saranno eseguiti i tamponi su tutti i dipendenti dei club più frequentati della costa gallurese, fra cui il Phi Beach, il disco club adagiato sulle rocce di Forte Cappellini, a Baja Sardinia. Si tratta di verifiche precauzionali, non di controlli svolti in seguito alla segnalazione di casi positivi. “Abbiamo deciso di estendere le verifiche a tutti i maggiori locali di ritrovo della Costa Smeralda per tutelare sia i dipendenti sia i frequentatori”, spiega Marcello Acciaro, responsabile dell'Unità di crisi.

Questo non significa che la situazione è fuori controllo e che dobbiamo nuovamente pensare a bloccare gli arrivi, ma neanche che si possa far finta di niente e proseguire a tollerare chi racconta ancora oggi la favoletta sul virus attenuato che non fa più morti, rendendosi responsabile insieme a quelle poche centinaia di sciagurati dell'attuale condizione in Sardegna. 
Limitarsi a reazioni indignate per lo sciocco tentativo di farci passare per gli untori d'Italia è un esercizio oltremodo inutile, se vogliamo evitare di pagare un prezzo molto caro in termini economici o di vite umane, impariamo piuttosto a proteggerci, mettiamo finalmente in piedi un efficace sistema di controllo che dia delle reali garanzie di tutela nei confronti dei sardi e di coloro che vengono a passare le vacanze in Sardegna. 

Badate bene, non si tratta di mettere da parte, anche solo temporaneamente, la costituzione o i diritti delle persone, ma semplicemente di controllare quotidianamente ciò che avviene nelle città, nelle spiagge, nei luoghi di aggregazione e divertimento, perché diciamocelo con chiarezza: non è stato mai fatto come avrebbe dovuto essere.
In tanti hanno iniziato a disattendere le indicazioni e le regole di comportamento indispensabili per limitare le possibilità di contagio non appena sono scesi i casi ed è diminuita la paura, trovando giustificazione al loro comportamento nelle continue dissertazioni da parte di personaggi ritenuti attendibili, sul virus scomparso, diventato più buono, che non faceva più morti, sulle eccessive misure restrittive, senza purtroppo trovare nessuna autorità che controllava, informava, redarguiva e se necessario sanzionava.

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