Coronavirus la confusione tra interviste e ipotesi buttate lì a caso
Ospite di Timeline su Sky TG24 la Capua, di fronte al picco di oltre 900 contagiati nella giornata di ieri, un dato che ci riporta indietro al 14 maggio, ha tranquillamente affermato: "I contagiati non sono malati", spiegando poi: "Se quei contagi fossero avvenuti non tra i ragazzi ma in altre fasce di età, tra anziani e persone con fragilità, avremmo le terapie intensive piene".
Il virus si diffonde nuovamente in Italia e in Europa in maniera esponenziale grazie a un gran numero di giovani e meno giovani che non hanno preso coscienza del pericolo rappresentato dal coronavirus, non vedono alcun motivo per il quale debbano rinunciare al divertimento, così trascurano ogni precauzione. Peccato che come loro la stessa Capua non comprenda che l'aumento di persone se pur asintomatiche - malate o meno secondo la nuova moda - moltiplica la possibilità di contagiare le persone più deboli e gli anziani che rischiano di finire in terapia intensiva e in percentuale non irrilevante anche di lasciarci le penne.
E stato infatti dimostrato da uno studio condotto attraverso 2000 test dal Policlinico Universitario Soonchunhyang e dalla Soonchunhyang University College of Medicine che: "Gli asintomatici positivi presentavano la stessa concentrazione di virus in naso e gola di un positivo con sintomi. Inoltre la carica virale rimane alta a lungo nell'asintomatico, per un numero di giorni equiparabile a quello di un paziente."
Fortunatamente sino a questo momento gran parte delle persone - di ogni età - che hanno gravi problemi di salute e più in generale gli anziani, non vanno in discoteca, non si immergono allegramente e incoscientemente con gli altri nella movida durante il fine settimana e molti di loro usano ancora le mascherine. Questo ha evitato, ma solo al momento, che siano cresciuti in maniera esponenziale anche i ricoveri mettendo nuovamente in emergenza le strutture ospedaliere, ma se si continua a sminuire la rilevanza che ha l'aumento progressivo del numero di persone contagiate, ci arriveremo rapidamente.
Non tutto è comunque rose e fiori per la Capua, infatti sostiene che il virus per il momento non sparirà e che dobbiamo abituarci all'idea che passeremo ancora un lungo periodo insieme a lui. Ma contemporaneamente rilancia teorie quantomeno azzardate: secondo il suo parere, questa malattia non si sviluppa ovunque allo stesso modo, casi come quelli che si sono verificati in Lombardia, Londra e New York sono completamente diversi, togliendo le grandi città dal conteggio totale dei casi, il coronavirus verrebbe declassato a una normale forma influenzale.
In pratica, pur inserendo prudentemente qualche elemento di giusta preoccupazione, alla fine per la Capua il coronavirus diventa, ancora un volta e incredibilmente, una normale forma influenzale: basta considerare quanto siano frequenti i contatti tra persone nelle grandi città ed evidentemente studiare come riuscire a limitarli. Peccato che lo scoppio dell'epidemia in Italia e la proclamazione delle zone rosse non abbia coinvolto in prima battuta le grandi città del Nord, ma una serie di località più piccole come per esempio quelle del Lodigiano in Lombardia. Al mondo d'oggi le persone si spostano continuamente in tutto il territorio nazionale e anche all'estero, appare pertanto una inutile forzatura l'applicazione di eventuali restrizioni che coinvolgano solo le grandi città.
Ma lei è convinta della sua intuizione e a conclusione dell'intervento lancia la nuova parola d’ordine: "flessibilità" ovvero agire in modo flessibile, proprio perché non vi è una ricetta uguale per tutti. Le città, gli spostamenti e i modi di aggregazione sono diversi. Si dovrà usare “buonsenso con flessibilità di base”.
Bene, buttiamo tutto il resto delle sue dichiarazioni e manteniamo quest'ultimo consiglio, l'unico che avrebbe una qualche utilità concreta, anche se probabilmente rimarrà inascoltato. Giova infatti ricordare l'indignazione del Nord quando si ventilò l'ipotesi di una riapertura graduale in funzione della situazione locale, la battaglia e la forzatura perché tutte le Regioni riaprissero contemporaneamente anche se per alcune la condizione era ben lontana da un azzeramento dei decessi e dei nuovi casi.
Intanto ieri:
- Quasi 1000 nuovi contagi in Italia, 2000 in Germania, 3650 in Spagna, 4500 in Francia...
- Vaia (Spallanzani): “Primi ricoveri di contagiati da giovani al rientro da vacanze”
- La raccomandazione dell’Oms per i bambini: “Sopra i 12 anni indossare mascherine come adulti”
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