Nuova Ordinanza n°43 Solinas nuovi obblighi per coloro che arrivano nell'isola
E' un balletto che si ripropone oramai da mesi, il nostro presidente della Regione tira fuori periodicamente una ordinanza dal suo cappello a cilindro e fa riempire le pagine dei giornali, ma come al solito quando si legge il testo definitivo si scopre che la questione è ben diversa da quanto veniva sbandierato.
- Chi arriva in Sardegna si deve registrare nel sito della Regione o con la app Sardegna sicura, ma non è una novità essendo già previsto dall'inizio dell'estate;
- Alla registrazione si aggiunge la novità che da lunedì 14 settembre coloro che verranno nell'isola sono "invitati" a presentare un attestato con il risultato negativo di un test sierologico, molecolare o antigenico eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza o una autocertificazione con le stesse informazioni, ma l’assessore della sanità della Regione Sardegna Mario Nieddu ad evitare che questa richiesta venisse vista come un atto di coercizione ha precisato: "Non c'è l'obbligo di presentarsi all'imbarco con una certificazione di negatività perché nell'ordinanza si parla solo di un invito, c'è però l'obbligo di sottoporsi a tampone molecolare o antigenico in Sardegna entro 48 ore dallo sbarco se non si è esibita la certificazione richiesta. Tanto è vero che il provvedimento impone l'isolamento fiduciario sino a che non si ha l'esito del tampone”. Come al solito si gioca con le parole, visto che dal punto di vista pratico equivale a dire che chi viene in Sardegna è obbligato a dimostrare di non avere il virus altrimenti non potrà circolare liberamente sino a quando non ci sarà un test negativo;
- Viene inoltre fatto obbligo di indossare la mascherina h24 anche all’aperto nei luoghi in cui non sia possibile garantire il distanziamento di almeno un metro, ma anche questa non è esattamente una novità dato che veniva già data più o meno la stessa indicazione subito dopo che sono scoppiati i nuovi focolai. Un obbligo che comunque, attraverso la formula ambigua che non vale se esiste un ipotetico distanziamento di 1 metro, consente comunque di non indossare la mascherina e al massimo di portarla con se, non si sa mai.
Da Tiscali.news: "Inapplicabile, ambigua, incompatibile con la Costituzione, un boomerang per il settore turistico": è una bocciatura senza appello quella del capogruppo del Pd Gianfranco Ganau. "Nel testo si utilizzano termini che sembrerebbero non rendere obbligatoria la certificazione. Ma in realtà tutti sono costretti ad accettare di fare un test dopo lo sbarco, quindi di fatto c'è un'imposizione per chi arriva nell'Isola". Per questo, "si tratta di una norma che non dovrebbe essere considerata compatibile con le norme costituzionali". Oltretutto, continua Ganau, "l'ordinanza rischia di essere un boomerang per il settore turistico perché arrivare in Sardegna comporterà complessità che altre Regioni non hanno".
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus non è sorpreso: "Per l'ennesima volta hanno scritto cose inapplicabili al solo scopo di fare propaganda: l'ordinanza sancisce l'obbligo di fare il tampone entro due giorni a chiunque entri in Sardegna ben sapendo che oggi ne passano quattro o cinque per riuscire a fare un tampone a chi ha i sintomi". Quindi, "se anche venisse giudicata compatibile con la Costituzione visto il grave problema sanitario, l'ordinanza è comunque incompatibile con la realtà".
Da Sardiniapost: Il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia ha aperto “una istruttoria” sulla legittimità delle recenti ordinanze della Sardegna e del Piemonte. Lo ha annunciato ieri lo stesso esponente del Governo precisando che sotto i riflettori ci sono le decisioni prese dalle due Regioni in merito al “passaporto sanitario”, nel caso della Sardegna, e della scuola, da parte del Piemonte.
Parlando dell’ordinanza della Sardegna, Boccia ha commentato: "non esiste in nessun Paese un passaporto sanitario, non tra un Paese e un altro, figuriamoci tra una regione e l’altra. O siamo persone serie o significa usare le istituzioni per fare propaganda, ed è inammissibile."
In ultimo poi si sottolinea come queste ordinanze in realtà non chiariscano mai niente e non siano seguite da una reale organizzazione di coloro che dovrebbero gestire le situazioni che ne possono derivare:
"I dubbi sono tanti – aveva sottolineato il presidente, Nicola Monello – viene fatto in automatico dall’azienda sanitaria competente o deve essere chi arriva in Sardegna a richiederlo rimanendo in isolamento nell’attesa del risultato? Come si fa, con un minimo preavviso, a domandare ai turisti un test negativo eseguito nelle 48 ore precedenti al loro arrivo?, si chiedeva Monello. “In particolare sollecitiamo un chiarimento sul comma 2 dell’articolo 10 dell’ordinanza: non si capisce quando e come chi arriva verrà sottoposto al tampone. Ma chi li chiama? Dove devono andare? I tamponi vengono fatti già in aeroporto? E l’isolamento fiduciario è per tutti coloro che arrivano sprovvisti di un test negativo o è solo per coloro che vengono contattati e che sono in attesa dell’esito del tampone? Ancora: se il turista effettua il test nel suo paese, il referto potrebbe arrivare durante la vacanza. Nel frattempo, anche qui, isolamento fiduciario? C’è purtroppo tanta confusione che sta generando una battuta d’arresto nelle prenotazioni e cancellazioni degli arrivi attesi nei prossimi giorni”.
Alla fine, tutte le ordinanze emesse da Solinas, in un saliscendi tipico delle montagne russe, sortiscono esclusivamente due effetti: si blocca tutto e quindi anche l'economia dell'isola; si tiene aperto tutto senza verifiche e si riapre la strada alla pandemia.
Naturalmente la predisposizione di un piano di controlli, puntuali e continui, sul rispetto delle regole da parte di enti, attività commerciali, discoteche e cittadini, che sarebbe servita sin dai primi momenti per limitare le possibilità di rischio, non trova un adeguato spazio nelle sue ordinanze.
Riferimenti:
https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/Sardegna-obbligo-di-tampone-per-chi-arriva-nellisola./
https://www.sardiniapost.it/cronaca/covid-nuova-ordinanza-sotto-accusa-aperta-istruttoria-dal-ministro-boccia/
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