Nieddu confessa, inviata nuova apertura posti terapia intensiva solo sabato

Nell'articolo dalla Nuova Sardegna di oggi: "L'assessore della Sanità Mario Nieddu ha già chiarito che «Il dato sulle nuove terapie intensive lo abbiamo inviato sabato, quando sono state aperte. Prima non era possibile»."

C'erano pochi dubbi sul fatto che ancora una volta la Regione Sardegna era in ritardo sui dati da fornire all'ISS, da sabato le terapie intensive risultano occupate solo al 24%, probabilmente sarebbe bastato informare preventivamente e poi dare una conferma certa in merito alla prevista apertura in settimana di 30 nuovi posti a chi di dovere, per evitare di finire in zona arancione. Ora speriamo solo che attraverso il ricorso presentato riconsiderino la situazione limitando il danno a una sola settimana, ma non c'è alcuna certezza che questo avvenga e che qualcuno non si trinceri nel classico "le regole sono regole" e le regole prevedono che il possibile rientro sia riesaminato solo dopo due settimane nelle quali i parametri si confermano essere sotto le soglie previste.

In conclusione, tra l'inconsistenza e trascuratezza degli uni, la rigidità e mancanza di empatia degli altri, i sardi e le attività dell'isola si trovano a subire un trattamento che risulta ancora più ingiusto dopo un anno di attenzioni e sacrifici di non poco conto.

Viene da domandarsi poi quali sono le restrizioni imposte nel passaggio dalla zona gialla a quella arancione e se servano realmente: 

- rimangono i capannelli davanti ai bar (per i quali è previsto solo l'asporto), sono tutti lì davanti ad aspettare il loro turno o a consumare ciò che hanno appena preso; 

- rimangono come prima anche le file interminabili davanti alle poste; 

- musei nuovamente chiusi, ma certo non erano presi d'assalto nelle scorse settimane e comunque non rappresentano un problema in questo momento dell'anno;

- uffici pubblici aperti; si svolgono regolarmente le funzioni religiose e le sepolture; consentite anche le riunioni comprese quelle condominiali; così pure le visite guidate e persino le manifestazioni, se in forma statica; consentito l'accesso a parchi e giardini pubblici e si può uscire con un animale da compagnia; tutto come prima.

- non è necessario motivare il proprio spostamento all'interno del territorio comunale e si può anche fare la spesa in un comune contiguo nel caso in cui ci sia una maggiore convenienza (con autocertificazione) 

- si può usare l'auto con persone non conviventi.

- ci si può spostare dal proprio comune per andare a vedere case da comprare o affittare.

- da noi si riaprono le scuole e più in generale si sollecita il ritorno delle lezioni in presenta puntando a garantire percentuali più alte.

Alla fine dei conti sono relativamente poche le differenze con la zona gialla, ma una cosa è sicura: si aggravano i problemi già pesanti per alcune attività commerciali e un figlio non può andare a far visita ai genitori (a meno che non siano invalidi), anche se abita in un paesino a un paio di chilometri di distanza che fa comune a se. Piena libertà invece per le grandi città nelle quali ci si può spostare per decine di chilometri e si può andare a casa di tutti: parenti, amici, conoscenti o per fare nuove amicizie. Non vi sembri strano poi che, mentre un figlio non può andare da un genitore che sta in un'altro comune, due genitori che lavorano possono portare i figli dai nonni e riprenderli a fine lavoro (sconsigliato ma si può fare); così come un genitore separato può andare a far visita a un figlio che sta con l'altro genitore o affidatario spostandosi senza limiti per tutto in territorio italiano.

Se in fine aggiungiamo che i controlli sono veramente minimi e quindi praticamente irrilevanti, alla fine ci troviamo di fronte a delle regole che avvantaggiano chi è già avvantaggiato, i furbi e gli ignavi, ma sorge qualche dubbio che servano realmente per il contenimento del contagio.


Riferimenti:

https://www.lanuovasardegna.it/regione/2021/01/25/news/sardegna-arancione-pronto-il-dossier-della-regione-per-il-ricorso-1.39818169

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